Santuario di Sant’Antonio da Padova

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Interamente scavato nella grotta, secondo la tradizione fu rifugio del Santo, allora missionario portoghese Ferdinando di Bulhoes, la cui nave era stata dirottata da una violenta tempesta durante un viaggio verso la natìa Lisbona (1221). La grotta, dopo la sua morte (1231) e la sua canonizzazione (1232), venne trasformata prima in un luogo di preghiera e poi in santuario, oggi risultato di successivi interventi nel 1575, 1737 e 1783. 

La chiesetta, a navata unica e campanile a vela, ha un semplice portale classicheggiante del 1699 con accanto una nicchia contenente la statuina policroma del Santo. L’altare maggiore fu realizzato nel 1699, mentre il nuovo altare laterale della Madonna della Provvidenza ed il pavimento nel 1737. La statua lignea del Santo (1704) dello scultore palermitano Noè Marullo sostituì quella cinquecentesca andata distrutta da un incendio. Le pareti laterali sono rivestite di lastre marmoree con bassorilievi raffiguranti i miracoli del Santo. La porta della sacrestia, in marmi policromi e con battenti lignei scolpiti, risale al 1737. In un piccolissimo vano ricavato nella roccia si trova l’antico luogo di preghiera di Sant'Antonio.